Parco Archeologico di Dometaia
Ultima modifica 25 giugno 2021
Ubicazione del Parco: località Buliciano/Dometaia
tel 0577 920490
e-mail: parchdometaia@gmail.com
Orari:
- Dal 05 Giugno 2021 al 3 Ottobre 2021 aperto tutte le Domeniche e Festivi dalle ore 16 alle ore 19 oppure su appuntamento
Al confine tra i territori comunali di Colle di Val d’Elsa, San Gimignano e Casole d’Elsa, in un paesaggio rurale dove pochi sono i segni della moderna antropizzazione, si trova la necropoli etrusca di Dometaia.
Le prime ricerche documentate risalgono alla fine del XIX secolo, anche se lo scavo complessivo dell’area è avvenuto tra il la fine degli anni ’70 del XX secolo ed il 2010 ad opera dell’allora Soprintendenza Archeologica della Toscana in collaborazione con il Gruppo Archeologico Colligiano.
Ad oggi le tombe individuate e scavate sono 56, distribuite cronologicamente tra la metà del VI sec. a.C. e la prima metà del II sec. d.C.: accanto a tombe ipogee che, in età tardo-arcaica classica sono formate anche da più ambienti ad imitazione delle case reali (fine VI-V sec. a.C.), si trovano tombe a fossa ed ‘a catino’, tipica espressione della pratica funeraria della Valdelsa in età ellenistica (III-I secolo a.C.).
Per quanto concerne i reperti, conservati in gran parte nel Museo Archeologico “Ranuccio Bianchi Bandinelli” di Colle di Val d’Elsa e nel Museo Archeologico Nazionale di Siena (Collezione Chigi Zondadari), vanno segnalati i ricchi corredi di ceramica a vernice nera ed a figure rosse di produzione volterrana e, soprattutto, i frammenti di ceramica attica a figure nere e rosse, a testimonianza della ricchezza delle famiglie a cui appartenevano i sepolcri.
Nel corso del Medioevo le tombe erano conosciute ed utilizzate in vari modi: infatti se le strutture vicino al complesso abitativo di Dometaia furono adibite a ricoveri e cantine (come testimoniano i numerosi frammenti ceramici recuperati nelle tombe), sappiamo per certo che il noto pittore colligiano Cennino Cennini si recava nell’area di Dometaia “inn-una grotta molto salvaticha” a raccogliere colori “raschiando la gropta con una zappa”: non è difficile riconoscere nella gropta molto salvaticha una tomba etrusca.