Via Francigena

Ultima modifica 11 ottobre 2023

Colle di Val d’Elsa - La città del cristallo, arte e natura lungo la Via Francigena

Collocata al centro rispetto alle maggiori attrattive turistiche della zona, e allo stesso tempo fuori dalle rotte più battute, “Colle”, come tutti la chiamano, offre l’esperienza di una Toscana autentica, incorniciata dalle dolci colline della Valdelsa.

Situata in una valle sede di numerosi insediamenti etruschi, Colle di Val d’Elsa si è sviluppata in epoca medievale dove il fiume Elsa incontra uno dei tratti più belli della Via Francigena ed è stata teatro delle lotte fra Guelfi e Ghibellini: la “Battaglia di Colle” del 1269 è ricordata anche da Dante nel canto XIII del Purgatorio. Intorno al castello medievale, la città natale di Arnolfo di Cambio si è trasformata nei secoli in un importante centro economico e culturale, che ha prodotto una ricchezza artistica e architettonica tutt’oggi conservata. Grazie alla forza motrice delle canalizzazioni del fiume, dette “Gore”, a partire dal Medioevo sono sorti mulini, cartiere, ferriere, vetrerie, e nel Novecento le cristallerie, che hanno reso la città famosa nel mondo; conosciuta come la “Città del Cristallo”, Colle detiene la quasi totalità della produzione italiana, grazie ai suoi abili maestri che plasmano questo prezioso materiale in forme di rara bellezza. Tale dinamismo ha portato la città verso il contemporaneo, con opere di importanti architetti e artisti come Jean Nouvel, Daniel Buren, Giovanni Michelucci, Sol LeWitt e molti altri.

Colle si trova sulla Tappa 32 della Via Francigena, che porta da San Gimignano e Monteriggioni. Il cammino percorso dall’Arcivescovo Sigerico nel X secolo, divenuto importante itinerario di pellegrinaggio e rotta di scambi commerciali, fu essenziale per lo sviluppo di Colle e per la tradizione manifatturiera del cristallo che ha reso la città famosa nel mondo.

Sul diario di viaggio di Sigerico sono annotate due soste, “mansiones”, in territorio colligiano, San Martino in Fosse (Molino di Aiano) e Aelse (Pieve a Elsa), rispettate sia dal percorso principale della tappa 32 che dal percorso alternativo.

Il percorso principale attraversa il centro storico, consentendo di ammirare tutte le principali attrazioni della città alta e della città bassa. Arrivando da San Gimignano, all’ingresso del Borgo, subito dopo la Porta Nova, il Museo Civico e Diocesano di Arte Sacra, conosciuto come Museo San Pietro, ospita una preziosa collezione di opere con le quali ripercorrere la storia della città e del suo territorio, in un dialogo costante tra religiosità e ambizione civica propria dei comuni medievali, raccontando il percorso della fede in Valdelsa, dalle origini alla nascita della Diocesi di Colle (1592), che così assurge al rango di città. Nel Museo spiccano il Tesoro di Galognano, un dipinto su tavola di Cennino Cennini, noto per il suo “libro dell’arte” sulle tecniche pittoriche, il calco del presepe di Arnolfo di Cambio, il primo mai realizzato, fino alle collezioni di opere del XIX e XX secolo, da Antonio Salvetti a Walter Fusi, fino alla Collezione dedicata a Romano Bilenchi, famoso scrittore e giornalista.

Dopo aver ammirato il ponte trecentesco che collega la città al convento di San Francesco, la panoramica Via Fuori le Mura porta verso il Castello, cui si accede dal Ponte del Campana. In Castello, a rafforzare il legame di Colle con la fede, all’interno della Concattedrale è conservata dal IX secolo la reliquia del Sacro Chiodo, uno dei quattro chiodi impiegati nella crocifissione di Cristo, raccolti da Sant’Elena in Palestina nel 326.

Sempre in piazza Duomo si trova lo splendido Palazzo Pretorio, sede del Museo Archeologico, per poi proseguire in Via del Castello con il Palazzo dei Priori affrescato da Pier Francesco Fiorentino, il settecentesco Teatro dei Varii, teatro all’italiana tra i più piccoli al mondo ed ex Ospedale del Pellegrino, la Chiesa di Santa Maria in Canonica e la Casatorre di Arnolfo di Cambio.

Dal Baluardo, terrazza panoramica sulla Valdelsa e sul Chianti, il percorso scende verso il Piano, dove si trova il Museo del Cristallo, che racconta la storia e i segreti della più nota eccellenza della Città, alla cui lavorazione si può assistere nelle fabbriche presenti in città.

La piazza Arnolfo, la cui pavimentazione, realizzata da Jean Nouvel e Daniel Buren, rappresenta una delle più importanti opere di arte contemporanea in Toscana,  è il cuore sociale ed economico della città.

Passando accanto all’Ostello del pellegrino, la ex Cartiera La Buca, ci si immette nel parco fluviale SentierElsa, famoso per il colore azzurro intenso delle acque e per la spettacolare collocazione all’interno di un canyon: 4 km di percorso direttamente accessibile dal centro storico, che consente una completa immersione nella natura a due passi dalla città. Camminando, oltre ad ammirare la flora e la fauna, si comprende il legame storico della città con il fiume: le antiche opere di ingegneria idraulica, la “steccaia”, il “callone reale”, le “gore”, che hanno determinato la fortuna di Colle. Il percorso continua poi verso il sito dove si trovava la Pieve a Elsa (la mansio “Aelse” di Sigerico), nucleo originario di Colle oggi completamente perduto, e fino a Le Caldane, sorgenti termali di età etrusco-romana, per poi proseguire in direzione Monteriggioni.

Il percorso alternativo invece, percorribile sia a piedi che in bici, offre un’esperienza di tipo naturalistico nel dolce paesaggio valdelsano, dove si trovano disseminate numerose pievi e chiese che si stagliano in mezzo alle verdi colline, tra cui merita una menzione particolare l’Abbazia di Conèo, un monastero vallombrosano degli inizi dell’ XI secolo in stile romanico pisano e volterrano, divenuta poi dal 1714 chiesa battesimale.

In questa parte del percorso è inoltre possibile conoscere un altro luogo importante per il territorio di Colle e per il suo sviluppo urbanistico ed economico: Le Vene, ricche sorgenti frequentate già in epoca etrusca, che ancora oggi rafforzano, insieme alle Caldane, la portata del fiume trasformandolo da Elsa Morta in Elsa Viva.

Colle di Val d’Elsa rappresenta dunque una ottima occasione di sosta lungo la tappa San Gimignano – Monteriggioni, una delle più lunghe, anche grazie alle numerose occasioni di ristoro e di alloggio che offre, tra cui il già citato ostello del pellegrino “Cartiera La Buca”. In questo modo è possibile anche percorrere l’”Anello della Francigena Colligiana” (22 Km), formato dall’unione del percorso principale con quello alternativo: una escursione di una giornata con partenza ed arrivo a Colle, per godersi appieno l’arte e la storia della città e immergersi nelle bellezze del paesaggio circostante.

Sul sito dell'Associazione Europeo delle Vie Francigene è inoltre possibile scaricare i gpx dei due percorsi:

Storia della Via Francigena

Chi oggi ripercorre la Via Francigena, magari a piedi, con il ritmo lento e naturale del viandante, può scoprire itinerari spesso "minori" ma ricchi di storia e di tradizioni.

Il moderno viator può incontrare grandi monumenti che ancora parlano della storia e della cultura del pellegrinaggio, come il duomo di Fidenza, costruito in fregio alla via Francigena; può riscoprire gioielli nascosti d'architettura come la romanica Pieve di Bardone, ai piedi dell'antico valico di Monte Bardone (Cisa); può visitare e toccare santuari e reliquie che da secoli attirano folle di pellegrini, come il misterioso e celebre VOLTO SANTO venerato nella Cattedrale di S. Martino di Lucca prefigurazione della Veronica romana; ritrovare i segni di una devozione "minore", ma determinante per capire lo spirito che animava gli antichi pellegrini: edicole sacre, ex voto, croci segnavia, pie iscrizioni.... Altri segni, meno "faticosi" ma leggibili solo dai cultori del "viaggio lento", sono, sul cammino per Roma, le effigi del Volto Santo che numerose costellano le strade da e per Lucca, o le belle "maestà" (effigi della Vergine) in marmo di Carrara poste da artigiani sapienti e fedeli devoti sulle facciate delle case lungo le strade della Lunigiana e della Versilia. I tesori del cammino romeo non sono solo i "luoghi del sacro", ma anche numerosi "luoghi del profano": le terme romane naturali di Bagnaccio presso Viterbo, o la vasca termale medioevale di Bagno Vignoni, presso Siena. Splendido ristoro!! È possibile, infine, percorrere tratti intatti dell'antico cammino: a Castellonchio, prima di Berceto, presso l'antico valico di Monte Bardone, o, in Toscana, a Galleno, o, nel Viterbese, a Capranica, dove, fra i noccioleti, in luoghi legati al ricordo di Carlo Magno e delle chanson de geste, è possibile ancora camminare sul basolato della via Cassia romana affiorante nell'erba. Addirittura, nella zona di Baccano, presso Roma, la via Cassia romana affiora intatta, ancoo lento con la natura e con la storia, emergono anche le antiche infrastrutture del viaggiare: camminando, se ne possono scoprire moltissime: granai e ponti fortificati, ospedali, stazioni di posta, cisterne, mulini, antiche locande.

Ora che i collegamenti fra l'Italia e l'Europa sono facili, rapidi e numerosi e che l'antico percorso compiuto dai pellegrini è stato inglobato in una rete stradale molto più ampia ed articolata, è importante cercare di fare rivivere la Via Francigena, per ridarle in pieno quella dignità che la Comunità Europea, sulla carta, le ha già riconosciuto e per restituire al nostro Paese una parte, importantissima, della propria cultura e della propria storia. Le difficoltà, purtroppo, sono numerose, perché il percorso francigeno, a differenza del Cammino di Santiago, non ha mai avuto una "mitologia" ed una identità comune e non ha più una solida tradizione di cammino.

La strada di Santiago era nata ed era stata sostenuta da una precisa volontà politica di difesa nei confronti dell'Islam; il percorso francigeno era solo uno dei tanti che portavano a Roma, risultava esso stesso dal confluire di molti percorsi, e, per giunta, nel corso dei secoli, non è mai stato sostenuto da una volontà politica precisa, unitaria e ben finalizzata. Ora, se si vuole ridare davvero vita a questo itinerario, come è accaduto per il Cammino di Santiago, occorre individuare concretamente sul terreno un tracciato unitario e rivitalizzarlo tanto dal punto di vista del turismo culturale quanto dal punto di vista del turismo pedonale.
A questo proposito, per chi viaggia a piedi o in bicicletta occorrono innanzi tutto segnaletica e cartografia adeguate, solo in parte sinora realizzate; occorrono percorsi appartati dal traffico; occorrono credenziali ufficiali, che, dietro nostra iniziativa, l'Associazione dei Comuni italiani sulla Via Francigena ha già predisposto; occorrono strutture di accoglienza a basso costo, organizzate, efficienti, ben distribuite. Occorre, infine, che nella Basilica Vaticana, come accade presso la Cattedrale di Santiago, si predisponga un apposito ufficio di accoglienza e si organizzino celebrazioni specifiche. Solo così si potrà incoraggiare chi intende mettersi sui passi degli antichi pellegrini e vedere le bellezze del nostro Paese con ritmi più naturali ed umani di quelli moderni; solo così si potrà fare della Via Francigena una vera strada per l'Europa.

 

COLLE_MAPPA Via Francigena
11-10-2023

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